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La casa del Pino
03.02.2015 09:27LA CASA DEL PINO
01.09.2014 17:36BOUGANVILLE ROSSE
29.01.2014 19:50Presentazione del libro LA CASA DEL PINO di Lorella Carli -Sabato 23 Novembre Libreria Mondadori Poggibonsi- dialoga con l'autrice Carlotta Lecami
23.11.2013 18:00Aperitivo con presentazione libro La casa del Pino presso il Ristoro di Cellole a San Gimignano Giovedì 8 Agosto dalle ore 19,00
08.08.2013 23:34LA CASA DEL PINO presentazione del libro a IESA nel comune di MONTICIANO
20.07.2013 12:19La casa del Pino
20.07.2013 00:00BOUGANVILLE ROSSE
08.07.2013 12:55Alcuni brani da <LA CASA DEL PINO>
08.07.2013 12:18Presentazione "BOUGANVILLE ROSSE"
Casole d’Elsa Sabato 12 Marzo 2011
Buona sera,
per prima cosa vorrei ringraziare sentitamente il Comune di Casole d’Elsa, qui rappresentato dal Sindaco e dagli assessori, per avermi invitata ad intervenire a questa interessante iniziativa.
Nell’invito sono stata definita scrittrice, confesso che è una definizione che mi intimorisce un po’ perché pur avendo scritto il romanzo che di seguito vi presenterò, io preferisco definirmi un’insegnante della scuola dell’infanzia che per passione scrive.
Il libro che ho scritto si intitola “Buganville rosse” ed ha come protagonista una donna perché amo scrivere delle donne, delle passioni, delle difficoltà, delle contraddizioni, delle battaglie, ecc. ecc. del nostro genere.
La protagonista del libro si chiama Sandra, lei, come me, ha vent’anni negli anni ottanta e vive l’ambizione di volersi costruire una vita seguendo i suoi interessi, senza interferenze e falsi moralismi. Vuole fare politica, vuole un lavoro che le piaccia, vuole l’amore ma, ha terrore di legami che limitino la sua autonomia.
Dal libro, parte nella quale Sandra parla della sua esperienza politica: <…Ero giovane e carica di tante idee positive. Pensavo di poter cambiare in meglio la società, se non altro del mio comune, con l’educazione ad una cultura diversa: di pace, di rispetto dell’ambiente oltre che, dei valori relativi agli inalienabili diritti umani.>
Sandra vive anche momenti personali drammatici e decide di vivere un’esperienza di aiuto verso i più bisognosi recandosi in India per svolgere opera di volontariato presso un ospedale psichiatrico femminile ed un orfanotrofio.
Questa parte nel libro è l’esperienza vissuta in prima persona da mia sorella.
Nell’ospedale psichiatrico di Calcutta vi sono anche donne strappate dalla violenza della strada, abbandonate dalle famiglie perché disonorate, donne che non sono “matte” ma che lì hanno trovato rifugio, scappando da una società che le ha bandite e rinchiudendosi spesso nel loro mondo. A me interessa sottolineare che in genere le discriminazioni verso le donne siano crescenti là dove le condizioni economiche e di qualità della vita sono minime.
Purtroppo le problematiche che vive Sandra, e cioè quelle delle ragazze degli anni ’80, ancora oggi non sono state risolte, anzi forse, alcuni aspetti, sono diventati ancora più preoccupanti.
…Nel 1994 si tenne a San Gimignano un convegno sulla “cattiveria delle donne”, il titolo era “Dal materno al mafioso - ruoli delle donne nella cultura delle mafie”. Nell’introduzione io scrivevo: Parlando di famiglia ho collegato quanto questa parola venga utilizzata molto dal potere legale, dal nostro Stato. Io rimango molto perplessa e delusa da come oggi vi si fa riferimento, perché pur credendo che essa sia il fulcro della società, mi spaventa pensare che si consideri la panacea di tutte le problematiche del nostro vivere. Oggi si parla di nuovo di famiglia mettendo al centro la donna. Ancora una volta questa donna è rivalutata soltanto in quanto angelo del focolare che si fa carico di tutte le carenze che uno Stato più equo dovrebbe sanare: quali servizi per l’infanzia e per la terza età. Una donna, oggi vista sotto molti aspetti: la pubblicità ci vuole rampanti, sempre belle e profumate, un lavoro eccellente, una bella casa lucida, splendente, dove la donna rampante lava, stira, cucina ed è sempre sorridente e mai stanca; il Papa ci vuole angeli del focolare, sempre aperte ad amare tutto e tutti, a procreare tante volte mettendo al bando ogni forma di anticoncezionale. La morale è che oggi molte donne lavorano perché vogliono farlo, altrettante perché non potrebbero vivere altrimenti, ma entrambe sono costrette a convivere e combattere con molti conflitti, non ultimo quello di madre senza servizi adeguati ….”.
Oggi purtroppo le cose non vanno meglio, anzi o sono rimaste tale e quali o, in molti casi, sono peggiorate anche a causa della crisi economica che stiamo vivendo e che ha visto e vede per prime le donne ad essere espulse dai luoghi di lavoro e di nuovo relegate in casa a sopperire alle “carenze sociali”.
Anche nei luoghi “dove si conta” la nostra presenza stenta ad essere accettata e non perché ci manchino le competenze. Per questo plaudo alla direttiva europea fatta propria dal Governo, che stabilisce la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società, definendo, se non erro, la quota minima del 20% di presenza femminile in tutti i consigli di amministrazione.
Ma perché mi chiedo con un po’ di rabbia, noi donne dobbiamo sempre dimostrare di valere di più di un uomo e spesso ciò non è sufficiente per essere accettate ed inserite nei luoghi di “comando”? Ripeto, la nostra assenza non è giustificabile ed è una chiara volontà discriminatoria.
Voglio darvi un po’ di dati: sono statistiche del 2002, certo un po’ datate, ma non credo che le cose siano molto cambiate da allora. Tra tutti gli Stati del mondo sono stati analizzati diversi fattori, ne ho presi alcuni:
-Pari opportunità fra i sessi: nei primi 20 Paesi che offrono livelli più alti di opportunità femminili noi non ci siamo però lo Stato di Bahama è al 18° posto e Costa Rica al 20°.
-Donne manager: l’Italia è al 20° posto mentre per gli uomini manager è al 12° posto.
E’ vero che le nostre conquiste sociali sono abbastanza recenti, come ricordava il Sindaco poco fa, solo dopo la seconda guerra mondiale abbiamo acquisito il diritto di voto, è altrettanto vero che di strada ne abbiamo fatta tanta, basti pensare alle conquiste del femminismo, certo è che di fronte all’innocente ma forte affermazione di un bambino di 5 anni, che dirò successivamente, mi chiedo che ruolo, noi donne degli anni ’70-’80, abbiamo svolto nelle nostre famiglie, nell’educare quei figli maschi che oggi sono gli uomini padri di bambini piccoli.
Come dicevo, sono un’insegnante di scuola dell’infanzia e, nella mia scuola insegnanti e bambini pranzano fianco a fianco. Un giorno, nei bei dialoghi che si creano in questi momenti di calma, un bimbo mi dice: “sai maestra, quando mamma ha il mal di testa babbo apparecchia la tavola”; io gli domando: “e quando mamma sta bene babbo che fa?”; e lui: “gioca al computer”.
Da queste battute è nato un dialogo sui ruoli in famiglia e non sono emersi molti babbi alla “pari” con le mamme nei ruoli domestici.
Allora la domanda diventa ancora più dolente: “ma come abbiamo educato questi figli ormai adulti?”
Sandra, alla fine del libro fa una constatazione sul suo compagno e dice : “ lui è riuscito nel suo intento, oggi svolge la professione tanto desiderata e ne è soddisfatto, nel contempo ha perso la meraviglia della crescita dei suoi figli lasciando sola la sua compagna nelle cose belle ma anche nella fatica di crescere una famiglia….lui è felice così….a noi tre manca!”.
Grazie.
Commenti su "Bouganville rosse"
ho letto il tuo
libro tutto d'un fiato, l'ho trovato bello, delicato, con una storia
particolare
dove si riconosce la tua sensibilità verso tematiche anche
a me care. Ti voglio ancora ringraziare per il regalo che ci hai fatto.
Mentre leggevo mi sono sentita coinvolta, quasi conoscessi bene quella
Sandra, una donna particolare che riesce ad amare la vita, anche nei
momenti più duri, trova sempre una strada originale, coraggiosa per
andare avanti.
Dal racconto si scopre il grande amore che hai verso i
bambini, molto bello anche il modo di affrontare la maternità. Mi ha
particolarmente toccato la parte della vita di Sandra, quando incontra
il dolore, che vive da sola, e supera da sola. D.P.>